Numero 68 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

La vita è di una banalità sconvolgente!

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di Marisol Barbara Herreros

 

Giustamente, ognuno di noi la vive dandole una importanza notevole, ma se guardiamo obiettivamente da lontano, le nostre vite non sono tanto diverse da milioni di essere umani che come noi, vivono, dormono, pensano, ridono, piangono, crescono e muoiono.

La differenza sta tutta in come lo fai. Lo puoi fare vivendo sempre alla giornata, senza pianificare nulla, aspettando che siano gli eventi a portarti da una parte all'altra, da una avventura ad un'altra, da un amore all'altro. O, al contrario, puoi pianificare tutto, già da piccolo scegliendo cosa vorrai fare, cosa vorrai essere, dove vorrai vivere, etc. etc.

Penso che la cosa più bella di vivere, sia la vita stessa, ci può sorprendere sempre, nel bene e nel male. Avere la mentalità aperta per ricevere quello che la vita possa donarci è una gran dono. Essere lo sufficientemente allerta come per rendersene conto quando qualcosa sta cambiando, o in noi, o nel nostro esterno, nelle persone che ci circondano. Molte volte, siamo così occupati a fare, che non riusciamo a capire cosa succede tutto intorno a noi.

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I bambini che crescono hanno bisogno di essere supportati, aiutati a crescere, ad non aver paura di affrontare il mondo. Crescono pieni di paure, sentendo sempre di più frasi del tipo: non parlare con degli sconosciuti, non accettare niente da nessuno, fatti i fatti tuoi, etc. Se ci pensiamo, le facciamo crescere in un mondo di totale diffidenza, dove anche la nonnina più adorabile può risultare di essere la strega pedofila.

Noi stessi non ci fidiamo per consuetudine. Aspettiamo a capire dove è l'inganno, dove è l'inghippo, perché sicuramente ci dovrà essere da qualche parte. Ci sorprendiamo se qualcuno fa qualcosa di buono per noi, incominciamo a chiederci cosa vuole veramente, a quale scopo ci ha aiutato. E ci proteggiamo sempre di più da tutto e da tutti. Siamo tecnologicamente armati, con degli spray al peperoncino in tasca (io no, non sarei capace di usarlo!) con delle macchine sicure, delle case sicure, così sicure che molta gente comincia a soffrire sempre di più di solitudine.

E lì, mi ritorna in mente, la banalità della vita, del nostro percorso.... Perché passare la vita a difenderci invece che a godersi la vita? Perché difenderci tanto dagli altri invece di cercare di farci tanti amici? Perché non tentare di essere felici? Di far felici agli altri?


 

La morte è parte della vita, è dovrebbe essere sempre di più accettata da tutti noi come un passo che tutti dobbiamo fare e soprattutto che il suo significato non è che finisce tutto. Saremmo sempre vivi nelle persone che ci amano, ci vogliono bene, con chi abbiamo condiviso un'idea, un lavoro, “una tarde”, un pomeriggio, una parte del nostro percorso. E in noi saranno sempre vivi le persone a noi care.

Il nostro lavoro più difficile secondo me, è vivere appieno la nostra vita, lasciando le diffidenze agli altri, osare e aspettare la felicità, la nostra e quella di tutti a chi vogliamo bene. Insomma, di una banalità sconvolgente!!!

 

mi sono persa nella nebbia della vita
per trovarmi
il tempo è stato lungo
il risultato ancora non c'è
ma il principio dovrebbe far partire qualcosa
cosa, non si sa...
basta che non mi trovo troppo 

 

 

Marisol Barbara Herreros: Cilena di nascita nazionalizzata italiana, con più di 30 anni di esperienza in marketing, vendita e relazioni pubbliche. Viaggiato un pò, vissuto stabilmente in Santiago del Cile, Quito, Londra e Roma. Responsabile della Redazione di Caos Management. Direttore di GEManagement Ltd.
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