Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace

 

Su questa allocuzione si sono spesi e ritrovati molti interpreti, scrittori, filosofi, gente comune. Per molte persone la bellezza è un fattore soggettivo, una interpretazione ed una lettura personale della realtà che ci circonda. Sia essa rappresentata da persone o cose, da fenomeni naturali o da produzioni artistiche, dal mondo animale o vegetale. Il tutto riletto, interpretato e codificato dalla nostra esperienza, dalle nostre emozioni, dal nostro vissuto conscio ed inconscio. E certamente è così.

 

Personalmente ho sempre creduto fermamente nella lettura personale della realtà che ci circonda, negli occhiali che ognuno di noi possiede e che ci consentono di interpretare e differenziare la realtà da un altro essere umano e di identificare ciascun essere umano come unico ed esclusivo. Tale lettura peraltro essendo per l’appunto personale, è legata all’evoluzione ed al cambiamento che ciascun individuo sviluppa durante la sua esistenza. Pertanto ciò che a vent’anni ci è sembrato bello, non è detto che ci risulti altrettanto bello a 50 o 60 anni e così via.  Al mutare del nostro status, del nostro contesto, del nostro stato emotivo, delle nostre esigenze mutano i canoni che ci aiutano a definire bella una cosa. E quindi il concetto stesso di bellezza diventa dinamico agli occhi di ciascun individuo. Ci sono molti studi in proposito e lungi da me l’idea di ripercorrerli o approfondire ulteriormente tali tesi.

 

Il punto sul quale vorrei invece richiamare la vostra attenzione è invece un altro. Sono esperienze personali che mi hanno portato a mettere parzialmente in dubbio secoli di studi e affermazioni come sopra brevemente richiamato.  Farò alcuni esempi per fornire carburante al dubbio.

 

 

Mi è capitato (come a molti del resto) di viaggiare e visitare e conoscere luoghi diversi. Ebbene visitando molte città nel mondo che mi hanno permesso di fare confronti, paragoni, valutazioni varie sono giunto alla conclusione ad esempio che Roma è di una bellezza “struggente”.  Le sensazioni e le emozioni che offre attraverso i suoi monumenti, la sua architettura, le sue opere d’arte ma anche il clima che offre, oltre alla socievolezza dei suoi abitanti sono unici al mondo. Come si può affermare che Roma non sia bella?

 

Le dolomiti sono un esempio di bellezza naturale per i loro paesaggi, le cime, le rocce, i colori che offrono uniche al mondo. Come si può affermare che le dolomiti non sono belle?

 

Stesso discorso si potrebbe fare per Venezia ma anche per altri luoghi o città meravigliosi che ci sono in tutto il mondo.

 

Un opera artistica può essere definita forse con maggiore soggettività. Un quadro di Warhol può piacere o non piacere, ma il David di Donatello o la pietà di Michelangelo o la Principessa Paolina Borghese di Canova* possono non piacere?  Si può riconoscere a queste opere d’arte uno stato di bellezza universale?

 

 

Gli uomini e le donne possono piacersi o non piacersi a vicenda e in questi casi l’interpretazione personale è certamente più forte e forse esclusiva.

 

Insomma ci sono cose, fenomeni naturali, opere d’arte, nelle quali la bellezza che esprimono è talmente evidente, esuberante, struggente che è difficile affermare il contrario. Ci sono cose che trasferiscono a chi le guarda, le osserva, le vive, emozioni tali che ove riconosciute da una moltitudine di persone in tutto il mondo rappresentano, più di ogni teoria o studio filosofico, l’oggettivazione (non assoluta beninteso) del concetto di bellezza, o quantomeno una sua universalità.

 

Ecco, a seguito di queste riflessioni, io che sono sempre stato fautore del concetto di bellezza come di una interpretazione soggettiva, mi considero un pentito, perché ho rilevato che di fronte ad alcune cose la mia interpretazione è vana, è poca cosa, è marginale di fronte alla maestà della bellezza che esse emanano e rappresentano.

 

Invito tutti i lettori a ad osservare le cose che li circondano ed a dubitare delle proprie interpretazioni per modificare o consolidare un giudizio e sono certo che questo processo, se fatto con onestà intellettuale, possa portare a considerare la bellezza in maniera diversa e più universale.

 

 

 Errata corrige: * Paolina Borghese opera di Antonio Canova, e non del Borromini.