The Queen is dead! God Save the King! Con queste parole è iniziata un’altra epoca per tutti noi. Una Regina così longeva e presente con 70 anni e 214 giorni di regno, di fatto, è stato il più lungo della storia britannica, ha assistito a importanti cambiamenti ed era diventata un simbolo mondiale di ntinuità, di presenza rassicurante in mezzo alla tempesta.
Il mondo non sta molto bene in salute direi, se viviamo con la minaccia di una guerra nucleare almeno a sentire tutti i media del nostro paese e quelli di oltreoceano, che non spiccano per interesse nella ricerca della pace.
Nel nostro quotidiano, considero sia meglio mantenere un equilibrio, una ricerca di rapporti sociali interattivi e benefici per il nostro spirito, sperando di contribuire al benessere di tutti. La cultura ti apre dei mondi diversi, ti fa capire meglio quello che ignoravi fino ad ieri. Fa paura soprattutto quello che non conosci, e per questo che la cultura e la bellezza sono importantissimi.

 

Gli articoli di questo numero:

“Programma di Governo per veri Statisti Visionrealisti” di Giuseppe Monti. Scrive così il Monti: La sinistra del XXI secolo deve puntare a combattere la centralità del lavoro nella vita contemporanea: fondamentalmente, la scelta è tra la celebrazione del lavoro e della classe operaia, e l’abolizione di entrambi. La prima posizione trova la sua principale espressione nella tendenza, tipicamente folk politics, a dare valore al lavoro manuale e artigianale. E va avanti, parlando di quattro obiettivi essenziali.

 

“Le nuove tecniche di direzione per la scoperta di idee e il pensiero creativo” di Antonio D’Antonio. Le emozioni al lavoro. La creatività è una competenza e capacità necessaria ad affrontare le incertezze (Morin, 2000); presuppone flessibilità e consente di costruire nuovi modi di adattamento all’ambiente, di comprensione e di costruzione di nuovi significati1. Ma deve avere delle basi: le capacità e le specifiche abilità possedute dalla persona in un ambito conoscitivo, nell’ambito di un dominio del sapere, nel nuovo scenario umano e ambientale della flessibilità e processi adattivi. Perché la creatività si produce solamente all’interno delle conoscenze padroneggiate e non in quegli ambiti dei quali si ignorano contenuti e i linguaggi2.

 

“Informazione mirata o digital divide? di Umberto Santucci. Partendo da una affissione pubblicitaria Umberto analizza il cambiamento della comunicazione nei media e quanto può essere capita o meno dalla nostra società che ha picchi di analfabeti alto e con delle conoscenze informatiche scarse visto che il 58% della popolazione non sa usare Internet e il 30% dei giovani non ha competenze digitali di base, anche se l’84% delle abitazioni ha un collegamento internet (dal 90% di Emilia-Romagna al 77% della Calabria).

 

“Il Digitale in Europa” di Luigi Campanella. Campanella si occupa degli aspetti etici correlati alla tecnologia dell’Intelligenza Artificiale dove si sta investendo parecchio, della privacy del cittadino e del Digital Service Act con il quale la Europa sta imponendo alle aziende tecnologiche responsabilità sul controllo dei contenuti online.

 

“Quando la giustizia è cruenta” di Luca Massacesi. Espone il caso di Sohelia, una sposa bambina in Iran dove il sistema giudiziario le ha rubato per ben due volte la sua infanzia. Prima obbligandola a sposarsi con una persona molto più grande di lei e in seguito impiccandola dopo che Sohelia ha ucciso il marito. Una storia come tante, troppe, che non solo ci fa indignare ma che dovremmo fare qualcosa per impedire che continui a capitare.

 

“Guerra RUSSIA -UCRAINA il punto” di Walter Zanuzzi. Argomento già affrontato dall’autore in “E’ la guerra di Putin o è la guerra dei Russi” ed ora approfondito con una conclusione sorprendentemente semplice: Basta riconoscere la realtà ed assumersi una responsabilità. La realtà è molto chiara, il ragionamento sottostante non ha ragion d’essere, è sufficiente riconoscere di aver sbagliato: sbagliato progetto, finalità, tempi, ragionamento.

 

“Tessendo la strada tra Villacidro e la luna” di Graziella Falaguasta. L’Ecole de Madame Foile è stata fondata a Villacidro, in Sardegna, da Veronica Usùla ed è diventata nel tempo un’Associazione di Promozione Sociale, una scuola d’arte tessile, una comunità educante per donne con disturbi psichici, un laboratorio permanente per l’aggregazione, l’ascolto e la tutela delle donne, officina creativa dei talenti, come si legge anche nel loro bel pieghevole. Ci tengo a precisare che Graziella ha scritto un articolo non solo socialmente utile, ma bellissimo date le sue considerazioni e forma di esporre il tutto.

 

“Futuro visto: da Machiavelli a Francesco Bacone” di Roberto Vacca. Scrive Vacca: Fra il 15° e il 17° secolo autori ben noti scrissero sull’evoluzione della società nel tempo futuro in modi  difformi e discontinui. Alcuni precorrevano di secoli gli approcci logico-sperimentali moderni. Altri ripetevano opinioni tradizionali di sapore medioevale senza sentore di imminenti tendenze rinascimentali. È interessante  contrapporne alcuni citandone opere famose, di cui riporto qualche elemento.

 

“Si dorme sperando di sognare” di Marisol Barbara Herreros. Un tema molto leggero, innocuo, che magari ci fa prendere coscienza che gran parte delle nostre vite la passiamo dormendo.

 

“Elisabetta II: il simbolo più “reale” della modernità” di Simone Corami. La morte della sovrana di casa Windsor ha un valore ed un significato enorme da molti punti di vista, al di là di quelli per i cittadini del regno di sua maestà. Sottolineo che non parliamo di politica, ma di immaginario. Non c’è nell’ultimo mezzo secolo casata nobiliare, nonostante i tentativi dei Ranieri di Monaco, che abbia occupato nell’immaginario collettivo l’idea di “casa reale” come hanno fatto i Windsor.

 

“Dall’Antropocene all’Wasteocene” di Laura Lambiase Profeta. Potrei dire un pout-purri di ricordi, allegre, di vita vissuta al massimo come direbbe qualcuno. Anche se lei parla di essere l’anatopatologa di se stessa e che sottoporrà ad autopsia la parola Felicità. Con lei si impara ad amare la sua Napoli se per caso ancora non lo facevate da soli.

 

“Hohuen” di Fernando Sanhueza Olea. Un racconto quasi di fantascienza, visto che si tratta della trasposizione di un uomo del sud del Cile, specificamente della Terra del Fuoco, un ancestrale ai giorni di oggi, vivendo delle avventure che capitano molte volte ai poveri disgraziati, poveri e senza protezioni sociale. Fa parte di un libro pubblicato dall’autore por titolo “Escritos de Guerra”.

 

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Marisol Barbara Herreros

Responsabile della Redazione

 

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