In questo numero inauguriamo una nuova rubrica, proposta da Adelio Schieroni: Perle rare. Nella complessa tessitura del nostro tempo, fatta di velocità, fragilità e un incessante rumore di fondo, la ricerca di ciò che è autentico, prezioso e difficilmente reperibile assume un valore quasi terapeutico. La rubrica “Perle rare”, nasce dalla volontà di dare voce e visibilità a persone, progetti e iniziative che, con il loro agire, si distinguono per visione, dedizione, coraggio e azione, divenendo esempi da conoscere e apprezzare. Nel primo appuntamento, andiamo nel cuore degli Altipiani Meridionali della Tanzania, per scoprire una di queste “perle”: Padre Marco Turra.

Di fronte all’ingresso inarrestabile dell’Intelligenza artificiale, questo numero di Caos Management ci dedica due articoli. Il primo di Luca Massacesi che rilancia il ruolo degli uomini e delle donne nelle future factory automatizzate e gestite dall’intelligenza artificiale. La novità è che per ridurre i costi non si dovrà più, questa volta, partire dalla diminuzione dei tassi di occupazione, visto che la “mattanza” sarà già avvenuta (appunto, per l’ingresso dell’intelligenza artificiale). Si potrà finalmente partire dalla capacità di ridisegnare e di dare valore al lavoro e all’intelligenza degli uomini che ancora lavorano nell’azienda, quindi verso la comprensione profonda dell’hitozukuri, ossia l’arte di saper formare e gestire le persone.

Segue l’intervento di Umberto Santucci, che utilizza intelligenza artificiale come assistente per illustrare i “Salotti digitali”, uno spazio web in cui con Alessandro Bartoletti si incontrano per discutere di volta in volta su un argomento tratto dal suo (Santucci) “Atlante di Problem Solving”. Nei primi due “salotti” hanno ragionato sulla voce “scala dell’astrazione” e “riduzione della complessità” finendo con il parlare di multimedialità, multimodalità e multicanalità.

Antonio Angioni prende spunto dall’incertezza (quasi turbolenza) di questo periodo che si innesta su un livello di interdipendenza dei processi economici e produttivi diventato irreversibile, per sottolineare la maggiore difficoltà con la quale devono sfidarsi i vertici delle aziende. Ma, citando il gurù Peter Drucker, per il quale “la turbolenza per sua stessa natura non risponde a criteri di razionalità, non è regolare, non è prevedibile ma occorre ricordare che le cause possono essere previste, analizzate, gestite” evidenzia l’elaborazione da parte delle aziende di aumentare velocità e flessibilità di esecuzione (strategic execution) e del fondamentale ruolo che assume la comunicazione interna.

Il mercato del lavoro e, conseguentemente, la composizione demografica della popolazione attira l’attenzione di Paolo Iacci. Nel 2023, in Italia, si sono registrate appena 379.000 nascite a fronte di oltre 680.000 decessi, un’età media della popolazione che ha superato i 46 anni e oltre 3,6 milioni di persone inattive. Uno squilibrio che incide profondamente sulla capacità del sistema produttivo di generare crescita economica. In questo scenario, non si tratta più di considerare la presenza straniera come un’emergenza da gestire, ma come una leva strutturale da attivare con lungimiranza.

Sempre di organizzazioni  parla il contributo di Antonio D’Antonio che ci propone l’ottava puntata del suo “manuale delle “Scienze dell’organizzazione in dieci punti”. In questo contributo si sofferma alcune teorie nella fase storica della prima metà del ‘900 che si definiscono “società all’interno delle organizzazioni”; mentre nella successiva (nel prossimo numero de Il Caos management) esploderà il tema dell’”ambiente organizzativo”, attivando strategie e scelte di progettazione organizzativa.

Entriamo in uno spazio sociale più ampio con due articoli. Quello di Paolo Mottana e quello mio Il messagero della morte.

Paolo Mottana affronta il tema della popolarità, una questione abbastanza decisiva del nostro tempo mediocre. Sappiamo che il desiderio di essere desiderati e, addirittura, invidiati, è uno dei nostri desideri più profondi. Per ottenere successo bisogna comunque essere costanti e, quel che più conta, innocui. D’altra parte, conclude Mottana, spesso l’opera, il grande pensiero, la grande creazione, si pagano con sofferenze indicibili. Sofferenze che ci introducono al tema affrontato nel mio articolo sui messaggeri della morte dove affronto questo argomento, giacché ogni morte di qualcuno che amiamo fa morire intere parti di noi e della nostra vita, ma, sempre e comunque, quando finisce la notte arriva il nuovo giorno.

Cambiamo registro con altri due interventi: quello di Ermanno Veccia e quello di Luigi Campanella. Veccia ripercorre la storia ricca e animata del servizio meteorologico italiano.  Si parte nel 1782, quando il Collegio romano, già sede di un importante osservatorio astronomico, iniziò sistematicamente ad eseguire, accentrare e conservare misure meteorologiche grazie al rilevante l’attivismo di padre Angelo Secchi, per arrivare al Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare che nel 1925, 100 anni fa, s’insediò presso il Collegio Romano, per trasferisrsi, nel 1931, nel nuovo complesso del Palazzo Aeronautica.

Luigi Campanella ci parla invece della giornata mondiale della sicurezza alimentare (7 giugno) istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2018 e promossa dalla Fao e dall’Oms. L’Italia è il Paese leader in Europa per numero di prodotti Dop e Igp e le nostre aziende biologiche sono la flotta in materia più potente di Europa. Gli alimenti importati contengono residui di trattamento chimici otto volte più concentrati rispetto a quelli tricolore.

Caos Management a questo punto parla di aggressività o, meglio, di società aggressiva. Lo fa tramite un intervento di Walter Zanuzzi che individua una dozzina di testimonianze dell’invasione nei nostri giorni di questa cultura dell’aggressività. Una società aggressiva non può essere una società solidale, una società aggressiva è per sua natura una società egoista, concentrata sull’individualismo e non sul concetto di comunità.

La rubrica “Perle rare” con la quale abbiamo aperto questo “dalla redazione” è seguita, nella rivista, dalla rubrica “Inpocheparole” di Massimo Ferrario già alla sua quinta puntata, dedicata a un testo, “Il troppo disorienta”, di uno dei nostri autori, Paolo Iacci,  tratto dal suo libro “L’età del paradosso” pubblicato da Egea. Parla di uno dei principali meccanismi di psicologia dei consumi: una proposta costituita da molte scelte ci attira, ma oltre un certo limite finisce per disorientarci ostacolando il processo decisionale dell’acquisto.

Non chiude, purtroppo, il numero un articolo di Laura Lambiase Profeta com’era nostra abitudine (ma ci ripromettiamo di ripubblicare ogni tanto qualche suo articolo, ristabilendo questa tradizione); lo chiude un’altro dei nostri autori più fedeli, Simone Corami che ci parla della serie televisiva “Hongrang “, sudcoreana, del 2025, disponibile su Netflix, che fonde melodramma, mistero e romance storico in un affascinante racconto ambientato nel periodo giapponese Joseon. Il finale della serie è poetico e coinvolgente… ma si può rivelare. Toccherà andarlo a vedere.

 

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Marisol Barbara Herreros Direttore responsabile

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