Se il mondo seguisse il ritmo della natura sarebbe sicuramente un bel posto, ma viene agitato senza tregua da noi essere umani che lo popoliamo!
Proviamo a migliorarlo…
Antonio Angioni nel suo articolo scrive una frase che invita a pensare: Stiamo vivendo in un periodo storico per definire il quale si sono ormai esaurite tutte le possibili espressioni e immagini retoriche. I suoi sono appunti e riflessioni per ripensare il Business Model e conclude: oggi è il tempo del coraggio, nella convinzione che il domani appartiene a coloro che si preparano ad affrontarlo oggi.
La visione di una Italia dove la produttività costituisce da decenni l’anello debole del sistema è la tesi portata avanti da Paolo Iacci, munito di numeri inconfutabili, e suona l’allarme di una situazione nella quale il paese dovrà saper reagire con creatività e resilienza. Oggi, è chiamato a fare lo stesso, ma con una consapevolezza nuova: la produttività non è un obiettivo tecnico riservato agli economisti, è la condizione necessaria per assicurare prosperità alle imprese, dignità ai lavoratori e coesione alla società.
E secondo Mirko Compagno il panorama tecnologico contemporaneo si trova a un punto di svolta di portata storica, dovuto ad una convergenza senza precedenti tra l’accelerazione esponenziale dell’intelligenza artificiale (IA) e la nascente materializzazione delle tecnologie immersive. Infatti, arriva a dire che “La fase attuale dell’evoluzione dell’IA può essere descritta come una vera e propria “corsa all’oro” infrastrutturale”.
Di tutt’altro tenore, e di forte impatto pure questo, Luca Massacesi ci presenta un breve racconto che, partendo da una scacchiera, introduce il tema della pazzia delle guerre e attraverso il dialogo dei vertici di un governo il pericolo dell’uso della propaganda per mascherare la verità da parte del potere. Si parla dunque di Hasbarà, di Gedeoni, di lobby economiche.
Le catastrofi naturali, i disastri ambientali, la guerra e l’amore, sono tra i fatti descritti come le motivazioni per le quali gli essere umani lasciano il proprio “habitat” e Marisol Barbara Herreros vuole spiegarlo a chi ancora non vuole capirlo, quanto sia difficile, doloroso e traumatico il doverlo fare.
Paolo Mottana, docente universitario, fa un accorato appello a chi ha ancora voglia di esercitare questo lavoro meraviglioso, di aiutarci a combattere il prosciugamento sistematico del pensiero libero, delle libere idee come dello studio concentrato e autonomo, e di costituire presidi di cura dell’università, quella che dona gratuitamente il suo patrimonio, che lo condivide con la dedizione e la passione che esso merita, prima che sia troppo tardi!
Siamo lieti di accogliere per la prima volta, Silvia Benvenuti, che ci parla di educazione e di futuro, di costruire relazioni efficaci. Ci porta le riflessioni di un Convegno di pedagogisti clinici tenuto a Stia (AR), dunque di una relazione educativa, che non riguarda però solo chi si occupa di educazione per lavoro, ma è un orientamento per chi è impegnato con bambini e ragazzi: famiglia, scuola o comunque agenzie di formazione (musicale, sportiva, religiosa, ecc.).
Attraverso il Processo di Kafka, nel suo articolo Antonio D’Antonio ci porta per mano fino all’ultima considerazione kafkiana, il paradosso di una vita fondamentalmente ingiusta per tutti, che trascorre nell’attesa di dover un giorno “rendere conto” di qualcosa di cui siamo, purtroppo o per fortuna, inconsapevoli fino alla fine.
Ermanno Veccia richiama alla recente assegnazione del Nobel per la Fisica 2025 a tre ricercatori americani, John Clarke, Michel Henri Devoret e John Matthew Martinis, “per la scoperta dell’effetto tunnel quantistico macroscopico e della quantizzazione dell’energia in un circuito elettrico” e ripercorre sinteticamente la storia di quella parte della Fisica che si è occupata dell’infinitamente piccolo.
Il mese della prevenzione al seno è ottobre, chiamato anche “Ottobre rosa”, e la campagna “Nastro Rosa” mira a informare e sensibilizzare sia le donne che gli uomini sull’importanza della diagnosi precoce. Luigi Campanella, ci parla della ipervitaminosi, ricordandoci che gli eccessi devono essere sempre guardati con prudenza soprattutto in campo alimentare e agli scienziati di studiare ed approfondire accentando eventuali conclusione innovative.
Umberto Santucci, ci presenta in una videointervista il romanzo“Il Sigillo della Santa Casa” di Antonio Pirrello un ingegnere del software che dirige il gruppo di progettazione della sede italiana di una importante multinazionale e che vive ai piedi del colle di Loreto, su cui svetta la mole del Santuario.
Nella rubrica “inpocheparole”, Massimo Ferrario presenta, con il suo abituale commento alla fine, “La Nazione, un grosso verme cieco” di Carl Gustav Jung. L’amaro commento di Ferrario finisce con una costatazione che la storia insegna, ma solo a chi vuole imparare, e di fatto, non abbiamo imparato.
In “viaggiareeconoscere” Graziella Falaguasta presenta Le pietre parlano: fare impresa nell’entroterra sardo con modelli innovativi e sostenibili è possibile. Con uno sguardo al passato e uno al futuro i fratelli Ollanu, di Gergei, nella subregione sarda del Sarcidano, stanno realizzando un ambizioso progetto che coniuga imprenditorialità dell’accoglienza, della cultura, valorizzazione del territorio e sinergie tra pubblico e privato.
Nella rubrica “Perle Rare” Adelio Schieroni presenta Alessandro Curioni: il Visionario Metodico nella Società della Fragilità Digitale. Curioni è una figura che incarna la sintesi tra il rigore scientifico e la coscienza critica, giornalista con radici nella cronaca nera, docente universitario, imprenditore e, soprattutto, un acuto esperto di cyber security.
Il nostro esperto di serie e fiction Simone Corami, sempre attento alle novità e a quello che riscontra un successo di pubblico non solo da noi, ci parla della serie coreana “Beyond the Bar“: Un legal che esplora le sfumature della giustizia e dell’umanità. E ci segnala altri due titoli interessanti dalla vera “macchina da guerra” coreana nella serialità.
Chiudiamo con Walter Zanuzzi che dichiara alla fine l’unica strada percorribile per gli europei è quella di mettere da parte i nazionalismi, cementare sulla base dei valori che sono già comuni (da secoli sono comuni, alcuni sono comuni da 2000 anni) istituzioni che parlino con una sola lingua, fondare un modello di governance europeo efficace ed efficiente, cedendo sovranità nazionali in nome di una sovranità europea.
Buona vita!
Marisol Barbara Herreros
Direttore di Caos Management
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